Oggi al Festival | Lunedì 2 maggio

Non solo film: oggi è il grande il grande ritorno delle Ore del tè, in presenza e online per sorseggiare un tè in totale relax con i protagonisti di questa edizione

Un’altra giornata al FESCAAAL sta per incominciare, ancora carichi di emozioni per la proiezione di Revolution Of Our Times, il documentario di Kiwi Chow sulle proteste per la libertà di stampa e di espressione, che abbiamo presentato ieri sera alla Cineteca Milano Arlecchino, la nuova sala del Festival.

Oggi torna finalmente un appuntamento che ci è mancato tanto, che quest’anno sentiamo ancora più irrinunciabile dopo averlo dovuto sospendere per due anni a causa delle restrizioni pandemiche: l’Ora del tè, l’incontro in totale relax con i protagonisti del Festival. Ad ospitarlo quest’anno è il Wanted Clan e oggi con noi ci saranno, in presenza e collegati su Zoom, cinque registi di alcuni cortometraggi del Concorso EXTR’A: Jacopo Marzi (Oltre la foresta), Chiara Marotta e Loris Giuseppe Nese (Il turno), Stefania Muresu (Princesa) e Nour Gharbi (La pecora). Il tè offerto da Chà Tea Atelier e le chiacchiere verranno servite a partire dalle h. 18. Anche voi potete partecipare in presenza o, se siete iscritti alla nostra newsletter da almeno 24 ore, collegarvi su Zoom, tramite il link ricevuto. Per iscrivervi alla newsletter bastano pochi secondi compilando il form, che trovate in fondo al nostro sito.

Alle h. 21, sempre a Wanted Clan, replichiamo La guerra che verrà di Marco Pasquini, uno sguardo ravvicinato sulla vita di un soldato semplice che ci aiuta a capire più da vicino la lunga guerra in corso in Siria. 

Informazione di servizio: il Wanted Clan è un grazioso cine-club di 30 posti, noi speriamo veramente di riuscire ad accogliervi tutti ma vi ricordiamo che ovviamente l’ingresso è soggetto alla capienza della sala.

Un’altra replica è alle h. 19 all’Institut Français di Milano, con il quale abbiamo riattivato una bella collaborazione. CinéMagenta63 (impossibile sbagliare indirizzo!) ospita Système K, il film che abbiamo presentato nell’ambito di AfricaTalks, quest’anno incentrato sulle industrie creative africane. Il film ci mostra come a Kinshasa (la capitale della Repubblica Democratica del Congo) il riciclo sia insieme una pratica artistica, una risposta al caos e un atto di resistenza. A questo proposito vi segnaliamo che la diretta di AfricaTalks, che non siamo riusciti a mandare online a causa di problemi tecnici, è ora disponibile sul nostro canale YouTube.

Chi non potrà essere con noi non disperi: la nostra programmazione online è la soluzione! Fino alle 10 di questa mattina è ancora possibile vedere in streaming Twist a Bamako, il film “maliano” di Robert Guédiguian con Stéphane Bak e Alice da Luz, che ha aperto il Fescaaal, più tutte le undici opere del Concorso Cortometraggi Africani. In questa sezione accogliamo come di consueto i migliori corti (documentari o fiction) realizzati da cineasti provenienti da tutto il continente africano e dalla diaspora, con l’obiettivo di promuovere il cinema di giovani autori che adottano nuovi linguaggi espressivi e sperimentazioni innovative. Consigliamo di non perderli, perché da questa sezione sono passati alcuni tra i maggiori nomi del cinema africano contemporaneo, come Abderrahamane Sissako e Mahamat Saleh Haroun (solo per citarne alcuni). Qualche informazione in più? Eccole: 

Astel, della regista senegalese Ramata-Toulaye Sy, racconta passaggio dall’infanzia all’adolescenza di una giovane pastora che viene separata dal mondo degli uomini e dall’amato padre, mentre Angle Mort di Lotfi Achour (che ritorna al FESCAAAL dopo la vittoria con Père nel 2015) è un animazione sperimentale che fa rivivere un “desaparecido” del regime di Ben Ali in Tunisia nel 1991. Dall’Egitto arriva Khadiga, del pluripremiato regista Morad Mostafa, che ci consegna il ritratto di una madre diciottenne in crisi, lasciata sola dal marito immigrato. Dal Sudan – e dal Festival di Berlino – arriva invece Will My Parents Come To See Me di Mo Harawe, l’ultimo giorno di un ragazzino condannato a morte con l’accusa di terrorismo, mentre è marocchino il film di Sofia Alaoui dai toni apocalittici e misteriosi, dal titolo Qu’importe si les bêtes meurent. Dal Ruanda una giovane donna maltrattata dal marito cerca invano rifugio a casa dei genitori in Home di Myriam Uwiragiye Birara, mentre il regista e musicista Joash Omondi crea con Hot Sun una sinfonia di immagini e musica per raccontare la giornata di una donna che lavora come colf nelle case benestanti di una città del Kenya.

Oggi poi siamo particolarmente contenti perché alziamo il sipario anche sul 3° MiWorld Young Film Festival, il festival di cinema e intercultura per le scuole nato sotto il segno della zebra, che si svolgerà online e in sala dal 2 al 9 maggio. Non vediamo l’ora di raccontarvi come andrà ma intanto segnatevi in agenda che anche voi potrete avere il vostro posto in prima fila a MiWY partecipando alla sua Cerimonia di Premiazione, che apriremo al pubblico (non solo scolastico) sabato 7 maggio, alle 10.30 all’Auditorium San Fedele. Venite a vedere quanto è bello vivere il cinema con gli occhi da giovane studente!

Buona quarta giornata di festival!

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