Focus: "Under the Fig Trees / Il frutto della tarda estate" di Erige Sehiri

Un'intera giornata in un frutteto tunisino nel film d'apertura del FESCAAAL32

Presentato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2022 e in uscita nelle sale italiane il 23 marzo distribuito da Trent Film, Under the Fig Trees / Il frutto della tarda estate è l’opera terza, ma prima di finzione dopo due documentari, della regista e produttrice franco-tunisina Erige Sehiri

Il film d’apertura del 32° FESCAAAL si svolge tutto nel corso di una giornata. Dalla mattina alla sera. C’è unità di tempo e di luogo, quello di un frutteto nella campagna del Nord-Ovest della Tunisia dove si recano a raccogliere fichi, in un lavoro a chiamata, donne e uomini di età diverse, ognuna e ognuno con le proprie storie, relazioni, vissuti. Siamo sul finire dell’estate e alcune ragazze torneranno presto a scuola. Intanto, vivono un’esperienza collettiva fatta di amicizia, complicità, confronti e contrasti sentimentali, amori difficili da gestire, disillusioni. Attorno e con loro altri personaggi con i quali interagire, a partire dal capo che recluta quotidianamente la manodopera ed è restio a pagare il giusto compenso a chi fatica sotto il sole per lunghe ore. 

Il film segue e intreccia queste due realtà: quella lavorativa e quella privata. Sehiri ricorre alla camera a mano che si addentra nell’intrico di alberi, rami, sentieri per cogliere dettagli e portarli in primo piano, a contatto con i corpi che sta filmando, soffermandosi con delicatezza sui gesti che compiono e sui volti, gli occhi, le mani intenti tanto a svolgere con precisione il lavoro quanto a esprimere emozioni e stati d’animo. In quell’ambiente naturale le cose accadono nel segno della ripetizione, movimenti rituali solo interrotti da piccole pause anch’esse rituali, dal riposo a metà giornata, dal ritorno a casa con le ragazze che si truccano e cantano lasciando temporaneamente dietro di sé il peso di un’altra giornata nei campi. 

L’esperienza documentaria di Sehiri si percepisce nel suo modo di osservare una comunità al lavoro, sempre con discrezione, e le fasi di un’attività manuale contadina. Mentre i dialoghi esplorano la complessità e stratificazione delle relazioni sociali tra patriarcato, desideri di un futuro da far crescere con indipendenza, tensioni conservatrici, sfruttamento, la memoria delle donne più anziane e la consapevolezza di emanciparsi dalle costrizioni della maggior parte di quelle più giovani. 

Giuseppe Gariazzo
Critico cinematografico

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